Maglie calcio catalogo adidas

Se riusciremo a fare tesoro dell’esperienza passata, se il modello di gestione delle squadre si avvicinerà a quello di un’azienda normale che deve stare sul mercato senza dover ricorrere costantemente all’azionista per il ripianamento delle perdite; se torneremo a puntare sui settori giovanili (e, magari, anche sui nostri ragazzi, a costo di fare meno intrallazzi con trasferimenti internazionali a volte dubbi), le possibilità di rivedere la Serie A di nuovo in crescita nell’ambito del calcio internazionale aumenteranno. Vero è che buona parte dei nostri impianti hanno comunque necessità di interventi di manutenzione straordinaria e, quindi, nell’arco dei prossimi 5-10 anni qualcosa andrà comunque fatto. Le squadre (inizialmente solo quelle della massima divisione, ma poi si è scesi rapidamente anche nelle serie inferiori) dovevano investire parte dei propri ricavi nella creazione di settori giovanili; la Federazione, dal canto suo, ha messo a disposizione risorse per facilitare la creazione di infrastrutture per le scuole calcio non appartenenti alle società professionistiche.

A seguito di questa migrazione sportiva si è prodotto un altro fenomeno: aiutati dagli avi provenienti dal vecchio continente, diversi giocatori sudamericani hanno ottenuto la cittadinanza di paesi come Spagna, Portogallo e I talia. Pur in un contesto completamente differente, guidato da un proprietario mecenate vecchio stile, capace di versare nelle casse 200 mln l’anno attraverso un accordo di sponsorizzazione senza ripianare le perdite, anche il club francese si è mosso in maniera simile alla Roma, con un logo che mette in primo piano la scritta ‘Paris’ e mette ai margini il riferimento ‘Saint Germain’. Sia i supporters della Roma che quelli del PSG hanno lanciato petizioni online per reintrodurre il vecchio logo. Troppe spese per l’ex bomber di Fiorentina, Parma, Inter e Roma che non può più permettersi una residenza così lussuosa ed è alla ricerca di un’abitazione più consona al suo tenore di vita attuale. Qui arriviamo al nodo della questione: tutto ciò, di fatto, avviene a spese del tifoso, perché avere uno stadio nuovo comporta in media un aumento di biglietti ed abbonamenti del 40%. Se a questo aggiungiamo le spese di cui parlavamo prima si inizia a delineare un profilo di tifoso che deve avere una capacità di spesa forse non troppo coerente con l’attuale situazione economica nazionale.

Il merchandising (attraverso i negozi interni), le visite al museo della squadra e tutto il corollario di possibili iniziative, fanno si che l’impianto, biglietteria a parte, possa divenire una fonte di reddito importante. Non stupisce che ogni anno compri la maglia e, in termini economici, la passione si traduce in ricavi commerciali e da merchandising. Così come tutto il circo delle sponsorizzazioni e del merchandising. Padre, madre e figliuoli, tutto viene per caso. Anche in questo caso il fenomeno risente di una componente culturale: all’estero (Inghilterra su tutti, ma anche in Germania), andare allo stadio non vuol dire solo assistere alla partita. Rispetto alla costruzione di uno stadio nuovo (come, ad esempio, nel progetto della Roma) la rivisitazione dell’esistente potrebbe consentire di contenere i costi (mediamente di un 40-50%) e, quindi, di poter ampliare l’offerta di servizi anche alle utenze ricche (Sky box, VIP seats, ecc.), senza doversi fare carico di debiti bancari eccessivi, con il vantaggio di poter contenere l’aumento dei prezzi da scaricare sui tifosi. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione «Capital Gol» condotta da Mario Giobbe. La Spal è come il Tide, il Ciocori e Febo Conti: nomi da mito, travolti dal futuro.

La stagione 2012-2013 vede gli arancioni inseriti in un girone pieno di nobili decadute e aspiranti alla promozione: Massese, Lucchese, la rifondata SPAL oltre all’ambiziosa Tuttocuoio e alla sorpresa Atletico Pro Piacenza, seconda squadra della città piacentina, maglietta dell’inter che resta in vetta alla classifica fin dalle prime battute e che diventa ben presto la squadra da battere. Allargando l’analisi della classifica Deloitte fino alla trentesima posizione il numero di squadre inglesi presenti sale a quattordici. Secondo l’ultima edizione del Bundesliga report le entrate commerciali incidono per il 45% tra le squadre della massima serie. La decisione di abolire le comproprietà, strumento che era nato con un fine anche nobile (consentire alle squadre medie e piccole di agire come palestra per i calciatori avendone un ritorno economico) ma che si è spesso trasformato in elemento per costruire una politica di bilancio, sta portando una vera e propria rivoluzione nella modalità di fare calciomercato, mediante prestiti di calciatori della durata anche di 18 mesi. Anche Cate dormiva, nella casa in mezzo ai boschi.


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